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Giorno 28 parte 2: Hiroshima, per non dimenticare

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© L'Antidiplomatico Parlare di Hiroshima non è mai semplice. Il suo solo nome, tristemente famoso in tutto il mondo, evoca nella mente di chiunque, uno dei giorni più terribili e bui della storia dell'umanità: il 6 Agosto 1945. La Seconda Guerra Mondiale ha lasciato orrore e distruzione ovunque, ma credo che in nessun altro luogo come in Giappone, tale orrore sia ancora così vivido nella mente delle persone. La ferita è stata troppo grande e non credo sia ancora del tutto cicatrizzata. Dalla devastazione della bomba atomica Hiroshima è risorta, ed oggi è una città moderna che guarda al futuro, ma senza dimenticare il passato. © Peter Lam Ed è anche giusto così. Ci sono cose che per nessun motivo andrebbero dimenticate. Dimenticare porta a dare meno importanza al passato, a commettere di nuovo gli stessi errori e ci sono errori che non devono più essere commessi per nessun motivo. A prescindere da quali siano le motivazioni, la guerra è sempre sbagliata e vis

Giorno 28 parte 1: Miyajima, in attesa della bassa marea

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La pioggia scrosciante che la sera prima ci aveva inzuppato al nostro arrivo ad Hiroshima, non aveva smesso di scendere neppure l'indomani mattina. Nonostante le nostre speranze, il nostro unico giorno disponibile per visitare l'isola di Miyajima si preannunciava umido e grigio.  Ci siamo tirate su dai futon e dopo una veloce colazione con brioches e latte macchiato del conbini ci siamo preparate per affrontare quella ventottesima giornata di viaggio. Patrimonio UNESCO, Miyajima è stata considerata un'isola sacra a partire dal 593 d.C., anno della costruzione del suo più famoso santuario, Itsukushima. Da allora si dice che sull'isola convivano uomini e dei. L'obiettivo della giornata era arrivare a Miyajima con l'alta marea e restarci fino a che il livello dell'acqua non fosse calato abbastanza da raggiungere a piedi il famoso torii del santuario Itsukushima. Siamo partite dalla stazione di Hiroshima prendendo la JR Sanyo line fi