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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Giorno 20: Kyoto, top of the mountain - la scalata attraverso i torii rossi

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Chi non ha mai visto Memorie di una Geisha? E chi non ha mai desiderato percorrere il tunnel di torii rossi che Chiyo attraversa da bambina correndo verso il santuario, dopo l'incontro con il Direttore Generale? Questa immagine del Fushimi Inari è bloccata nell'immaginario della maggior parte delle persone che si recano a Kyoto per visitarlo. La lunga fila di portali rossi ha acquisito la connotazione di un sogno d'amore realizzato solo a metà, e per questo forte nella sua fragilità. © Memorie di una geisha Vincolata a questo tipo di sentimento, mia sorella aspettava con trepidante attesa dall'inizio del viaggio il giorno in cui avrebbe varcato la soglia dell'area sacra del Fushimi Inari. Essendo stata io a decidere i luoghi da visitare durante il viaggio, mia sorella mi aveva accompagnato quasi inconsapevole di cosa stava andando a vedere. Poche mete erano chiare nella sua mente e una di questa era proprio il Fushimi Inari. Potete ben immaginar

Sanjusangendo

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Il nome ufficiale del Sanjusangendo è Rengeo-in e fu instituito nel 1164 per volere del leader militare Taira no Kiyomori. Il tempio originale fu bruciato in un incendio ma venne ricostruito nel 1266. Da allora la struttura è rimasta la stessa, con solo quattro grandi ristrutturazioni durante questo periodo. Il padiglione principale, lungo 120 metri, è stato costruito secondo lo stile architettonico Wayo e presenta 33 spazi tra le colonne. Da qui il nome Sanjusangendo: sanjusan (33), gen (spazi), do (sala/padiglione).  © Super cheap Japan Degni di nota sono anche le mura in terra battuta e il portale sud, registrati come Importante Proprietà Nazionale. Essi riflettono l'estetica del sedicesimo secolo e i gusti di Toyotomi Hideyoshi. Le icone principali del Sanjusangendo sono le 1001 statue della dea buddista Juichimen-senju-sengen Kanzeon, chiamata spesso con il nome semplificato di Kannon. Esse si trovano all'interno del padiglione principale e ciascuna di esse ha

Giorno 19: Kyoto, riuscire a scorgere la bellezza

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<<Mio padre [...] m'insegnò che "nulla sulla terra è bello quanto il Padiglione d'oro". [...] e così, quando vedevo i minuscoli fiori d'estate ghiocciare rugiada come se irradiassero una flebile luce, essi mi apparivano non meno belli del Padiglione d'oro. E ancora, quando le grigie gravide nubi bordate d'oro si sospendevano dense al di là delle colline, la loro magnificenza mi ricordava quella del Padiglione. E giunse perfino il momento in cui, incontrando un bel viso, mi sorgeva spontaneo definirlo "adorabile come il Padiglione d'oro">> così Mizoguchi, protagonista del romanzo Il Padiglione d'oro di Yukio Mishima, immaginava la bellezza del Kinkakuji . E con quest'idea anche noi siamo uscite di casa quella seconda mattina a Kyoto. L'occhio di mia sorella era peggiorato, come anche il mio mal di pancia, ma ormai forti di aver superato con successo la visita del giorno precedente, ci sentivamo in grado di super