Giorno 3: Vienna, finalmente Schönbrunn


Per chi vuole fare un recap prima di cominciare vi lascio i link alle puntate precedenti:

Vienna giorno 1
Vienna giorno 2

  
Se andando a letto il giorno prima avevo sperato di risvegliarmi con una bella giornata calda di sole, appena scostata la tenda della finestra, quel terzo giorno a Vienna, è stato subito chiaro che le mie speranze erano state disattese. Nuvoloni grigi che intimavano pioggia ricoprivano il cielo, nemmeno un flebile raggio di sole a segnalare possibili rovesci. Anche quel giorno il nostro principale nemico sarebbe stato il clima inclemente.
Indossata la mia magliettina estiva e smanicata (non mi ero portata nemmeno un coprispalle o una giacchetta leggera, chi si aspettava quel cambio climatico con il caldo ingestibile che faceva il primo giorno?) sono scesa, insieme a mia madre, in caffetteria a fare colazione e poi insieme ci siamo dirette all'esterno.


Ero preparata a una brutta giornata ma non mi aspettavo così tanto freddo. Il vento era così gelido che sembrava tagliarmi la pelle. Non avremmo mai potuto resistere un'intera giornata in quello stato, dovevamo correre ai ripari. Ci siamo dirette il più in fretta possibile verso la stazione, ma non a prendere la metro, bensì a fare shopping. Se non trovavamo in fretta dei vestiti pesanti non saremmo state in grado di affrontare la giornata.
Tra i tanti negozi presenti in stazione la mia attenzione è stata subito catturata da un punto vendita che presentava, oltre ai soliti capi di abbigliamento, un angolo dedicato a vestiti in stile tirolese. Inutile dire che non ho resistito e ho finito per comprare un cappottino grigio corto con ricami a fiori rosa. Un amore. Mia madre invece ha preso un semplice ma avvolgente scaldacuore.


Finalmente con indosso vestiti adeguati, ci siamo dirette a prendere la metro direzione Schönbrunn.
Dalla stazione centrale di Vienna ci si arriva prendendo la linea U1 fino a Karlsplatz e poi cambiando con la linea U4 fino a destinazione.
La stazione di Schönbrunn è piccola ma molto carina, con uno stile un pò retrò i cui colori predominanti sono il bianco e il verde. Il castello si trova poco distante.


Residenza estiva della famiglia imperiale Asburgo, il palazzo di Schönbrunn e il suo parco sono tra i luoghi più visitati di Vienna. Esistono due tipi di biglietti acquistabili, uno detto "Imperial tour" che comprende la visita a 22 sale del palazzo, e l'altro detto "Grand tour" che comprende la visita a 40 sale. Comprando il Sissi ticket (biglietto cumulativo per la visita di alcuni musei di Vienna), come abbiamo fatto noi, si accede di diritto al Grand tour.
Cosa aspettarsi all'interno della reggia?


Devo ammettere che il tour mi ha abbastanza delusa. In gran parte è stato credo a causa della visita del giorno prima a Hofburg. Ho avuto per tutto il tempo una straniante sensazione di dejà vu. Come leggere un nuovo libro e accorgersi che è identico a quello appena terminato, ma con una diversa copertina.
Schönbrunn e Hofburg si sono rivelate ai miei occhi un copia e incolla l'uno dell'altro. Fatta eccezione per poche sale, rimaste inalterate come erano all'epoca di Maria Teresa d'Austria, il resto del palazzo di Schönbrunn era stato fatto realizzare da Francesco Giuseppe e la moglie Sissi con pochissime varianti rispetto alle stanze di Hofburg.

© Schoenbrunn Wien
Anche l'audioguida era praticamente identica. Nessuna nuova informazione apportata alla visita, per cui se siete curiosi di saperne di più vi rimando al post precedente su Vienna e vi risparmio di ripetere la stessa solfa anche qui.
Terminata la visita agli interni, e dopo una breve sosta per mangiare un panino costoso e insipido, abbiamo cominciato l'esplorazione del parco.


Nonostante le molte cose da vedere, i giardini sono risultati molto più piccoli di quello che mi aspettassi. La mia mente tornava a Firenze e al Giardino di Boboli a me familiare, oppure alla Reggia di Caserta, e se dalle foto mi ero fatta l'idea che il parco di Schönbrunn dovesse essere all'incirca delle stesse dimensioni, camminandoci all'interno l'ho trovato molto più ridotto. L'imponenza che avevo immaginato dalle immagini trovate su internet era solo illusoria.
Le aree verdi erano intervallate dalla presenza di fontane monumentali e statue in stile classico di un biancore e pallidezza che contrastava nettamente con le architetture volutamente deteriorate e giallognole sulle quali erano state poste.

 



Seguendo il percorso che dal palazzo porta alla parte più alta del giardino, abbiamo raggiunto la Gloriette in una quindicina di minuti.
Questo edificio, ultimo ad essere stato costruito tra quelli del giardino, aveva funzione di belvedere, ma allo stesso tempo fu spesso usato dai reali come una vera e propria sala da pranzo.


 
La vista sul giardino e in parte su Vienna non era male, ma visto il cielo grigio ci siamo limitate a poche foto sul prato e poi ci siamo spostate verso la palmenhause e il piccolissimo giardino giapponese, adiacenti l'uno all'altro.   




Pensavo che i rapporti tra Giappone ed Europa fossero sempre stati molto limitati, almeno fino agli inizi del Novecento, anche a causa della lunga chiusura del Giappone voluta dallo shogunato, invece mi sono stupita di trovare, molto più frequentemente di quanto avrei mai immaginato, piccoli giardini in stile giapponese spuntare qua e là all'interno di molti parchi italiani e europei.


Rientrate in hotel, spossate dal freddo, avevamo in un primo momento pensato di fare una capatina alle terme. Poi reseci conto che erano piuttosto distanti abbiamo rinunciato. Mia madre in cambio, ha deciso che quella era la nostra serata fashion chic e che ci saremo vestite di tutto punto e avremmo mangiato in un buon ristorante.


Dalla foto si vede chiaramente il mio entusiamo per la decisione presa.
In ogni caso siamo andate in un ristorante non lontano dall'hotel che aveva in menù piatti tradizionali e altri un pò più gourmet. Abbiamo preso due secondi e due dolci. Tra i piatti tradizionali il goulash con canederli e le crepes austriache con marmellata di albicocche, mentre tra quelli più innovativi, un pollo con verdure e un dolce destrutturato.




I piatti tradizionali erano buoni ma devo ammettere che già al primo boccone del pollo gourmet mi sono sentita catapultata dentro ad una puntata di Masterchef. All'improvviso tutti gli sproloqui di Barbieri sull'importanza delle consistenze e l'equilibrio dei sapori nel piatto avevano un senso. Era come se diversi sapori si susseguissero nella bocca a ogni morso, uno più buono e interessante dell'altro. Mi ha davvero sorpreso.


Nonostante questo la stanchezza ha comunque avuto la meglio, per cui quando mia madre ha visto che stavo quasi per addormentarmi sul piatto si è finalmente decisa a rientrare.

Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui.

Ci sarebbe un quarto e ultimo giorno di viaggio ma non so ancora quando riuscirò a completarlo. In ogni caso, se vi va seguitemi su Facebook e Instagram dove aggiorno più frequentemente.

Alla prossima!


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