Tra Sliema e St. Julian's



Chi visita Malta lo fa principalmente perché attratto dalle spiagge e dalla movida notturna, ma se si capita sull’isola fuori stagione, in inverno o in primavera, o se non si è così interessati  a questo tipo di attrattive, cosa può esserci di interessante da fare o da vedere a Malta?
Ho vissuto a Malta per due mesi, da metà febbraio a metà aprile e questo è il mio diario di tutte le escursioni svolte in questo periodo.
Partiamo dal presupposto che io abitavo a Sliema. La città di per sé non offre particolari attrattive ma è sicuramente in una posizione strategica per muoversi in tutta l’isola grazie ai servizi urbani e a quelli marittimi che devo dire sono ben organizzati e molto efficienti (raramente ci sono stati ritardi).
L’architettura della città rispecchia in maniera inconfondibile le dominazioni succedutesi sull’isola, per cui tutte le case sono basse e hanno muri spessi e gialli in perfetto stile arabo ma presentano anche balconi colorati chiusi da vetrate, in tipico stile inglese-americano. Non  è neppure insolito trovare qua e là sparse per la città le tipiche cabine telefoniche rosse londinesi.



Da siciliana quale sono non ho potuto non notare le incredibili somiglianze che ci sono tra quest’isola e la mia terra. D’altronde sono così vicine che era impossibile che non si somigliassero almeno un po’. Il mare, i paesaggi, le tradizioni culturali sono davvero molto simili. Malta è un po’ una Sicilia in miniatura. Ci sono le stesse cose ma in formato ridotto. E le differenze invece?
Diciamo che Malta è una Sicilia 2.0. Si tratta di un’isola piccolissima ma che ha messo a frutto tutto il suo potenziale. I mezzi pubblici funzionano egregiamente e ogni piccola possibile attrattiva turistica è valorizzata con orgoglio.
Sliema è un città incredibilmente multiculturale. Lo si capisce passeggiando per le strade, facendo la spesa al supermercato, andando a mangiare al ristorante. In questa piccolissima isola si può trovare gente proveniente da tutto il mondo. Turchi, brasiliani, giapponesi, coreani, francesi, spagnoli, peruviani, tedeschi, svedesi, austriaci, russi e ovviamente anche milioni di italiani. I ristoranti italiani dilagano e quasi tutti gli autisti degli autobus sono italiani. E i maltesi quindi? Ci sono ovviamente, ma nessun maltese è davvero maltese. Molti di loro provengono da famiglie di altre nazionalità che a un certo punto si sono trasferite sull’isola.  
A Sliema, come in tutte le città maltesi d’altronde, ci si muove benissimo a piedi. La principale attrattiva e luogo di incontro è senza dubbio il lungomare. Sliema si affaccia sul mare su due lati, per comodità chiamiamoli lato Sliema Ferry e lato St. Julian’s.
Lo Sliema Ferry è l’attracco da cui partono tutti i traghetti per Valletta, la capitale di Malta. Da questo lato della città si può avere una vista incredibile sulla città di Valletta, che si trova esattamente di fronte Sliema, separata solo da un braccio di mare. Percorrendo il lungomare in direzione Gzira è persino possibile raggiungere la capitale con una camminata di 2-3 ore. Nella stessa direzione, ma in minor tempo è possibile raggiungere anche uno dei luoghi che più mi sono piaciuti di Malta, Fort Manoel, a cui dedicherò un post a parte.
Sono stata molte volte a passeggiare in questo lungomare, consiglio di andare in diverse ore della giornata perché ogni volta regala un’emozione diversa.
La prima volta mi ci ha portata la mia coinquilina Sandra a tarda sera. Dopo una passeggiata siamo scese sulla spiaggia. A differenza della Sicilia, o almeno della zona in cui abito io, che presenta per lo più spiagge di sabbia, la zona di Sliema ha solo coste rocciose.


Ammetto di non essere una grande amante del mare. Sarà che ce l’ho sempre avuto a due passi da casa, ma l’idea di trascorrere il mio tempo in spiaggia, sotto il sole cocente, ricoperta di untuosa crema solare, sudando come un maiale, con la sabbia che ti si attacca addosso e il vicino di ombrellone che con 2 km di spiaggia libera piazza comunque la sua asciugamano a 2 mm dalla tua, mi risulta talmente snervante da farmi evitare le spiagge e il mare come la peste per tutto l’anno.
Nonostante ciò non ho avuto la minima sensazione di fastidio e riluttanza scendendo in spiaggia. Sarà che era buio, era febbraio e non c’era nessuno, che la costa era rocciosa e non ti entrava la sabbia dentro le scarpe. Sarà che ero di buon umore. Ma dopo tanto tempo, piano piano ho ricominciato ad amare il mare.
Queste spiagge hanno ospitato anche il mio primo appuntamento con un ragazzo maltese. L’ho conosciuto per caso e mi ha invitato ad uscire. Abbiamo percorso insieme un tratto di costa che non avrei mai avuto il coraggio di attraversare da sola. C’era letteralmente da arrampicarsi sulle rocce e visto che io non è che sia esattamente la persona più atletica del mondo, lui, poverino, si è dovuto fermare più di una volta a darmi una mano. È stata un po’ una faticaccia arrivare alla meta ma ne è valsa assolutamente la pena. La vista su Valletta era spettacolare e il rumore delle onde ingrossate dal vento che si infrangevano sugli scogli mi ha fatto emozionare come una bambina. Non riuscivo a smettere di scattare foto. Quel posto mi ha ipnotizzata e l’ho amato da subito. Lo stesso non si può dire per il ragazzo purtroppo. Gli sarò sempre grata per avermi fatto scoprire questa perla di Malta ma niente di più. Diciamo che l’entusiasmo per il posto mi aveva distratto dalla conversazione e cambiando location e ritrovandoci finalmente a parlare come si deve è stato chiaro che non ci trovavamo su niente.



Il momento migliore per recarsi al lungomare, secondo me, resta comunque il tramonto. Il colore giallo del sole che pian piano si tinge di rosso e infuoca il cielo dando all’acqua una brillantezza che cattura immediatamente lo sguardo,  è qualcosa di irrinunciabile.

  



Se avete trovato l’amore della vostra vita potete anche andare a guardare il tramonto dalla terrazza del Tigné Point Shopping Mall attaccando il vostro lucchetto, perché a quanto pare Moccia non ha lasciato superstiti neppure a Malta.


L’altro lungomare di cui accennavo prima invece, conduce a St. Julian’s, una delle zone più multiculturali di Malta e fulcro della vita notturna. Ricca di ristoranti e locali, è perfetta per una prima sosta prima di fiondarsi nella vicina Paceville, la zona delle discoteche maltesi. Ci sono stata varie volte a cena con la mia amica giapponese Aki e a passeggiare con le mie coinquiline Sandra e Yukie. Ci sono ristoranti di cucina da tutto il mondo. Sono stata con Aki a mangiare giapponese e coreano e con Yukie abbiamo provato un fusion che faceva cucina thai e vietnamita. Avevamo in programma anche l’indiano e il francese ma non ne abbiamo avuto il tempo.






Per quanto riguarda Paceville ci sono stata la mia prima sera a Malta. Generalmente non frequento le discoteche, non mi piace il tipo di ambiente, ma quando la mia compagna di stanza Gulcan mi ha proposto di andare insieme al pub, mi è sembrato un buon modo per socializzare e ho accettato. Mi aspettavo di sedermi  ad un tavolo, ascoltando buona musica e bevendo un cocktail o una birra. Ho scoperto solo una volta arrivata che a Malta se dici pub vuol dire discoteca. Quelli che noi chiamiamo pub infatti lì si chiamano bar e i nostri bar si chiamano cafè.
Mi sono ritrovata quindi, non so nemmeno io come, in una discoteca con Gulcan e i suoi amici turchi, bevendo gin tonic (unica bevanda compresa nel prezzo dell’ingresso) al ritmo di un classico immortale: la Macarena. Si signori, perché io pensavo di aver toccato il fondo entrando in una discoteca, invece quella sera ne abbiamo girate tre e la musica era sempre la stessa. In una serata abbiamo rispolverato tutto il repertorio di balli di gruppo latino-americani dagli anni ’90 ad oggi, che per anni mia madre ha tentato di propinarmi a tutte le ore, nel tentativo di convincermi a venire a lezione di ballo con lei. Ci sono rimasta quasi male che dopo una serata di Macarena, Bomba e Obsession a nessuno sia venuto in mente di chiudere in bellezza con “ Quando esta noche, quando esta noche tramonta el sol, mon amour, mon amour…” di Gigi D’Alessio. Forse sono io che sono troppo vecchia per questo tipo di divertimenti (o troppo giovane, perché, ripeto, questo tipo di musica la ascolta mia madre) ma dopo quella sera non ho più voluto rimettere piede a Paceville nemmeno sotto tortura.


Il lungomare di St. Julian’s è gettonatissimo anche dagli amanti del fitness e della corsetta mattutina. Dalle prime ore dell’alba fino a tarda sera si trovano facimente corridori che, muniti di cuffie, abiti sportivi e buona volontà percorrono questa tratta. Un giorno, persino io e le mie compagne di stanza Laura e Gulcan ci siamo cimentate nell’impresa.
Tutto è cominciato una mattina. Laura ha messo piede sulla bilancia e scoprendo di aver preso 4 kg, ci ha invitate ad andare a correre con lei. Io non ero molto sicura, vado spesso a camminare ma correre è un altro paio di maniche, ma quando Gulcan ha detto che anche lei avrebbe camminato, ho accettato.  Vi dico solo che Gulcan potrebbe tranquillamente vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi nei 20 km di Marcia. Era impossibile starle dietro. Alla fine mi sono affiancata a Laura nella corsa, almeno lei andava ad una velocità umana che anche io, seppure con un po’ di fatica, potevo seguire.

La mia faccia dopo la corsa è diventata dello stesso colore della maglietta
Fino ad allora ero stata a St. Julian’s solo di sera, ma grazie alla mattinata di fitness, ho scoperto alcuni particolari che prima non avevo notato. Un porticciolo carinissimo pieno di barchette colorate, la trasparenza incredibile dell’acqua che faceva venire una voglia assurda di tuffarsi,  una fila di panchette in cui ci si poteva sedere ad ammirare il mare.







Percorrendo il lungomare in direzione opposta a St. Julian’s invece, si trova un’area con attrezzi ginnici gratuiti all’aperto.  Ci sono stata un giorno con Yukie e nonostante non avessimo l’abbigliamento adatto, non abbiamo potuto esimerci dal provarli. Se passate di lì vi consiglio l’attrezzo per le gambe, era il più divertente di tutti.



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