Yasukuni-jinja
In
quel periodo il Giappone stava attraversando la Restaurazione Meiji, un
processo storico che ha portato grandi riforme tra cui l’unificazione del Paese
e la sua rinascita come stato moderno. Prima che cominciasse questa fase, il
Giappone si era imposto un periodo di isolamento durato 250 anni durante il
quale le comunicazioni con l’esterno erano strettamente limitate. Quando gli
USA e gli altri Paesi esteri cominciarono a fare pressione sul Giappone
affinchè aprisse i suoi confini al resto del mondo, il Giappone andò in tumulto
spaccandosi in due partiti, uno a favore e uno contro l’apertura.
Lo shogunato Tokugawa, che aveva mantenuto il controllo
politico del Paese per 260 anni, non sapendo come superare questa crisi, passò
di nuovo le redini del governo all’Imperatore. In questo modo il Giappone potè
iniziare una nuova era e costruire uno stato nuovo e moderno con al centro
l’Imperatore.
Dall’altra
parte però tutte queste riforme portarono a un inevitabile conflitto civile chiamato
Guerra Boshin, durante il quale molte vite andarono perdute. Per onorare le vittime
della guerra l’Imperatore diede l’ordine di costruire questo santuario che nel
1879 fu rinominato Yasukuni.
Quando
l’Imperatore visitò per la prima volta lo Shokonsha, il 27 Gennaio del 1874,
scrisse un breve componimento: “ Assicuro a coloro che hanno combattutto e sono
morti per questo Paese che i vostri nomi rimarranno per sempre vivi in questo
santuario a Musashino”. Come si capisce dal componimento, il santuario Yasukuni
fu creato per onorare e commemorare le gesta di coloro che hanno dedicato le
loro vite al Paese. Il nome Yasukuni, scelto dall’Imperatore, rappresenta il
desiderio di preservare la pace della Nazione.
Oggigiorno
più di 2.466.000 persone sono onorate nello Yasukuni, persone che si sono
sacrificate per la Nazione a partire dal 1853 durante tutte le guerre
affrontate dal Giappone. Queste persone, senza tener conto del loro status
sociale, sono state considerate tutte come pari e venerate come divinità del
santuario.
Tra
le divinità qui onorate ci sono i caduti della Guerra Boshin, della Ribellione
di Saga e della Guerra del Seinan. Questi conflitti furono alla base per la
creazione di uno stato moderno. Tra le figure famose che diedero il loro
contributo alla Restaurazione Meiji, qui venerate, ci sono Yoshida Shoin e
Sakamoto Ryoma.
Ci
sono anche molti soldati che morirono durante la Guerra Sino-giapponese, la
Guerra Russo-giapponese, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, l’Incidente
mancese e quello cinese.
Oltre
agli uomini nel santuario sono onorate anche donne e studenti che furono
coinvolti in operazioni di soccorso sul campo di battaglia, un grosso numero di
studenti che andarono a lavorare nelle industrie per contribuire allo sforzo
bellico, e comuni cittadini giapponesi, taiwanesi e coreani ma morti come
giapponesi, persone che morirono durante la detenzione in Siberia, e altri che
furono etichettati come criminali e giustiziati dopo che furono riportati
indietro dagli alleati. .
I
Giapponesi credono che gli spiriti dei defunti rimangano in eterno sulla Terra
per prendersi cura dei loro discendenti. Tutt’oggi i giapponesi considerano i
loro antenati come dei guardiani e questa credenza si è ereditata con l’arrivo
dello shintoismo. Inoltre essi hanno molto rispetto anche degli spiriti che
hanno dato un importante contributo alla comunità come si vede allo Yasukuni.
Nonostante l’oggetto della venerazione in questo santuario siano gli spiriti dei defunti, la sua natura è completamente diversa da quella di un cimitero. I Giapponesi, difatti, pensano che il loro rispetto e il loro timore per i defunti sia meglio espresso trattando i morti come se fossero vivi, per cui ogni giorno, si compiono rituali per offrire cibo e parole d’apprezzamento ai deceduti. Due volte l’anno, in primavera e in autunno, vengono fatti dei rituali più grandi durante i quali le offerte vengono da parte dell’Imperatore e a cui partecipano i membri della famiglia imperiale, per cui il santuario ha mantenuto da sempre un forte legame con i regnanti giapponesi.
Nonostante l’oggetto della venerazione in questo santuario siano gli spiriti dei defunti, la sua natura è completamente diversa da quella di un cimitero. I Giapponesi, difatti, pensano che il loro rispetto e il loro timore per i defunti sia meglio espresso trattando i morti come se fossero vivi, per cui ogni giorno, si compiono rituali per offrire cibo e parole d’apprezzamento ai deceduti. Due volte l’anno, in primavera e in autunno, vengono fatti dei rituali più grandi durante i quali le offerte vengono da parte dell’Imperatore e a cui partecipano i membri della famiglia imperiale, per cui il santuario ha mantenuto da sempre un forte legame con i regnanti giapponesi.
Il
santuario Yasukuni è relativamente
moderno e si caratterizza per i suoi enormi torii,
di cui il primo detto Daiichi era il
più grande esistente in Giappone al momento della sua costruzione nel 1921 e il
secondo detto Daini, che è il più grande che esista in bronzo.
All’ingresso
si trova la statua raffigurante Masujiro Omura, capo militare e fondatore
dell’esercito imperiale moderno giapponese. Caratteristici del luogo sono anche
un palcoscenico di teatro Nō, un giardino che si trova alle spalle del
padiglione principale e il museo Yushukan, dedicato agli eventi della Seconda
Guerra Mondiale.
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