Giorno 13, parte 2: Alla scoperta della prefettura di Chiba. A caccia di tanuki



La città di Kisarazu dista circa 15 minuti dalla stazione di Hota sulla JR Uchibo line con destinazione Chiba.
Se vi state chiedendo di che posto si tratta e cosa c’è da vedere in questa città, la risposta è… assolutamente niente!
Kisarazu è un piccolo paese nella prefettura di Chiba, certo rispetto ad Hota è una metropoli. L’apertura dell’outlet e il collegamento con l’Aqua line alla Baia di Tokyo ha fatto si che più persone raggiungano la città, ma sostanzialmente Kisarazu rimane una città di provincia senza nulla di turisticamente rilevante. Quindi perché andarci? Se questo nome non vi dice niente vuol dire che Kisarazu non ha niente da offrire per voi e a chi invece questo nome suona familiare ha già la risposta. C’è solo un motivo per cui qualcuno dovrebbe voler visitare questo posto e il motivo si chiama Kisarazu Cat’s eye.
      
© Kisarazu Cat's Eye
Se siete appassionate di serie tv giapponesi vi sarà capitato almeno una volta nella vita di sentire nominare questo titolo. Si tratta di un drama del 2002 che ha avuto così successo da essere seguito da ben 2 film. L’avete visto? Se no, andate a recuperarlo! 😉
Per quanto mi riguarda questa serie va vista! Non importa se non siete avvezzi alla cinematografia giapponese, questa serie tocca uno spettro così ampio di personaggi e sentimenti che risulta impossibile non sentirsi partecipi e identificarsi. Si tratta di un capolavoro che non può andare perso! Basta cominciarlo e vi chiederete come avete fatto a vivere senza fin ora. La sceneggiatura è geniale e totalmente delirante allo stesso tempo, l’ho amato dalla prima puntata!
La storia è ambientata proprio nella città di Kisarazu e vede come protagonista Bussan, un ragazzo che all’età di 21 anni scopre di avere il cancro e che gli restano solo 6 mesi di vita.

© Kisarazu Cat's Eye (sottotitoli T3S fansub)

Quindi è una storia triste? Tutto il contrario! Cosa fareste voi se scopriste di avere solo 6 mesi di vita? Bussan, ispirandosi al manga di Tsukasa Hojo Cat’s eyes (Occhi di gatto in Italia, dubito che qualcuno non lo conosca),  pensa bene di mettere in piedi una banda di ladri con tutti i suoi amici più cari.  

© Kisarazu Cat's Eye (sottotitoli T3S fansub)

Ne viene fuori una storia che fa ridere a crepapelle e commuoversi fino alle lacrime. Ogni personaggio è ben caratterizzato e con l’avanzare delle puntate si finisce per affezionarsi ad ognuno di loro e a considerare Kisarazu come una seconda casa, piena di gente un po’ matta ma assolutamente adorabile. 
L’ultimo film è uscito nel 2006 per cui quando abbiamo deciso di visitare Kisarazu eravamo ben consapevoli che 10 anni dopo poteva non esserci rimasto assolutamente niente dei luoghi che avevamo tanto amato sullo schermo, eppure sentivamo in qualche modo di voler andare a vedere con i nostri occhi, volevamo rivedere un luogo amato e conoscere come fosse cambiato nel tempo. È come quando traslochi e dopo anni ti capita di ripassare davanti alla tua vecchia casa, magari non sarà più la stessa eppure c’è sempre qualcosa che è rimasto e a cui i tuoi ricordi possono ancora aggrapparsi e sentirti un po’ felice.
Lo stesso è stato per noi. Mettere piede fuori dalla stazione di Kisarazu e trovarsi di fronte la statua del tanuki in piedi su una mano che tante volte avevamo visto nella serie ci ha reso nostalgicamente felici.


I tanuki sono cani procioni del folklore giapponese considerati magici perchè in grado di assumere sembianze umane. Sono spesso raffigurati con testicoli grandi,  ma ciò non ha nessun riferimento sessuale. Sembra invece che la pelle dello scroto dei tanuki venisse usata per fabbricare la foglia d'oro. Per questo motivo questi animali divennero ben presto simbolo di prosperità e ricchezza e non è raro trovarli all'entrata dei ristoranti o dei negozi come simbolo di buona fortuna per l'attività.  

© Kisarazu Cat's Eye
Non avendo idea di dove si trovassero gli spot del film che volevamo visitare, fatta eccezione per i templi e i ponti facili da trovare con Google, abbiamo deciso di recarci per prima cosa all’Ufficio turistico (si, in Giappone a quanto pare anche i paeselli hanno l’Ufficio turistico) in cerca di suggerimenti.
All’ingresso ci ha accolte una signora molto gentile, che vedendo eravamo straniere si era addirittura offerta di tradurre la mappa della città per noi, visto le avevano solo in giapponese. La nostra attenzione però, è stata subito attirata da una parete dell’Ufficio, che ci ha fatto ben sperare, che nonostante fossero passati 10 anni  Kisarazu Cat’s Eye era ancora vivo nella memoria di molti. Magliette, foto e una mappa con gli spot del film erano lì in bella mostra.


Abbiamo spiegato allora che ciò che volevamo vedere erano i luoghi in cui era stata girata la serie e la signora ci ha fornito una mappa come quella attaccata alla parete, che sarà stata anche in giapponese ma era talmente dettagliata che si capiva tutto lo stesso.                                                    
La prima tappa è stata Mimachi dori, la strada in cui abitavano tutti i protagonisti del drama e dove le loro famiglie svolgevano le loro attività: il negozio da barbiere gestito dal padre di Bussan, il negozio di kimono della famiglia di Bambi, lo studio fotografico della famiglia di Ani, il santuario ecc… Tutta la strada era caratterizzata dalla presenza di piccole statue di tanuki, simbolo della città di Kisarazu, tutte diverse l’una dall’altra.

© Kisarazu Cat's Eye


La prima cosa di cui ci siamo accorte è che di molti dei luoghi segnalati sulla mappa non c’è più traccia, la stradina risultava pressoché abbandonata, le saracinesche dei negozi erano quasi tutte chiuse e ciò che restava era solo qualche vecchio poster scolorito e qualche negozio che ancora vendeva dei gadget del drama, che risalivano chiaramente a molti anni fa.     



                                                        

Tutto ciò non ci ha scoraggiate, ci aspettavamo di trovare anche meno dopo così tanti anni, per cui è partita la caccia ai tanuki e a ogni piccolo segno rimasto del film, primo tra tutti il tanuki raffigurante Ozzy, uno dei personaggi della serie, che sapevamo il cast aveva lasciato in dono alla città.

© Kisarazu Cat's Eye
Siamo riuscite ad individuare solo 13 dei 17 tanuki presenti sulla mappa ma tutti si trovavano in una posizione diversa da quella indicata, segno che con il passare del tempo erano stati spostati.





È stata comunque una bella soddisfazione, soprattutto quando ci siamo trovate di fronte il tanto agognato tanuki di Ozzy. In realtà si trattava solo di una copia lasciata in strada per i turisti, difatti abbiamo ritrovato l’originale poco più avanti, esposto nella vetrina di un negozio. Non si trattava di due copie esatte, ma come nel drama, erano due diverse versioni della stessa statua.
                                           


                                                           
La seconda tappa è stato il santuario Yaturugi Hachiman davanti al quale, nel primo film, Mohko e Bambi (due personaggi della serie) hanno un’esilarante discussione.

© Kisarazu Cat's Eye (sottotitoli Midnight's Vampire fansub)


A seguire abbiamo visitato il tempio Joju dedicato alle 7 divinità della fortuna, e in particolare a Daikoku, dio della ricchezza e del commercio.




Infine il piccolissimo santuario Benzaitenitsukushima dedicato alla dea Benten, unica divinità femminile tra le 7 della fortuna, spesso associata all’acqua.
                   


                                            
Terminata la visita ci siamo dirette verso la terza tappa, il locale a luci rosse della serie del quale la Rosa di Kisarazu era proprietaria e principale attrazione, poi passato nelle mani di Yamaguchi senpai che lo ha trasformato in un bordello di lusso e d’avanguardia ingaggiando prima solo ragazze coreane e poi russe. È proprio qui che Bussan conoscerà sua moglie.

© Kisarazu Cat's Eye

© Kisarazu Cat's Eye

Purtroppo dell’edificio non era rimasto più nulla, neppure un’insegna che lo ricordi, ma in compenso il ponticello rosso che tante volte abbiamo visto attraversare ai nostri  protagonisti per recarsi nel luogo di malaffare era ancora lì.


Proprio nelle vicinanze si trovava anche lo Shoujo-ji, il famoso tempio della canzone popolare Shojoji no tanuki bayashi (La musica dei tanuki del tempio Shojo).


Secondo la leggenda, in alcune zone del Giappone, è possibile udire a notte inoltrata un suono come di tamburi. Sembrerebbe si tratti dei tanuki, che come dice la canzone, si riuniscono nel giardino del tempio Shojoji e cominciano a battersi la pancia come fosse un tamburo, formando una sorta di band di percussionisti, con lo scopo di accompagnare e allo stesso tempo competere con il sacerdote del tempio, il quale durante la liturgia sbatte ritmicamente un bastone di legno sul mokugyo (un tamburo in legno a forma di pesce, tipico dei rituali buddisti).
Questa leggenda è talmente popolare che l'abbiamo trovata raffigurata su tutti i tombini della città, e persino all'interno del giardino del tempio, dove un tanuki, in attesa della notte e dei suoi compagni, sostava accanto ad alcune rocce che recavano il testo e il pentagramma per eseguire la canzone.
            

Per altre info sui tombini in Giappone cliccate qui
Mentre proseguivamo verso l’ultima tappa della giornata mi è tornato in mente che durante una delle mie esplorazioni del Giappone tramite Google Maps quando ero ancora in Italia (lo so non sono normale), avevo visto per caso che a Kisarazu c’era un portale cinese simile a quelli di Chinatown a Yokohama, per cui abbiamo deciso di andarlo a vedere, tanto ci veniva di passaggio.


Scorto il portale, ci siamo ritrovate in una piazzetta con un muro tutto decorato in ceramica con disegni di draghi, a lato del quale si trovava un gigantesco hotel a 5 stelle che sembrava estremamente lussuoso, il cui nome era scritto in caratteri cinesi.


In un angolo, tra il muro in ceramica e l’hotel, una porticina rossa con un tetto meravigliosamente decorato era rimasta aperta. Nonostante si capisse chiaramente che si trattava di una proprietà privata, non siamo riuscite a trattenerci dal dare almeno una sbirciatina all’interno, scoprendo una struttura così adorabilmente cinese da farci sentire per un momento di aver cambiato nazione.

 

Essendo riuscite nell’impresa di non farci beccare, ci siamo ritenute soddisfatte e così ci siamo dirette verso la meta seguente.             
L’ultima tappa del nostro tour è stato il porto di Kisarazu con il suo mitico ponte rosso. Questo luogo ha ospitato innumerevoli scene del drama tra cui la meravigliosa parata dei cittadini intenti a ballare Yassai Mossai.

© Kisarazu Cat's Eye


Il ponte rosso poi, è il luogo dove tanti amori del drama sono cominciati e si sono consolidati. Secondo quanto si dice difatti, se due innamorati attraversano il ponte uno portato sulle spalle dall'altro sono destinati a restare insieme per sempre. Qui Bambi ha portato in spalla Mohko, e Yukke un quasi svenuto Bussan. Ci siamo arrivate dopo una bella passeggiata che il sole era già calato.


© Kisarazu Cat's Eye (sottotitoli Midnight's Vampire fansub)

© Kisarazu Cat's Eye (sottotitoli T3S fansub)

 


Se il post vi è piaciuto mettete un "Mi piace" alla pagina Facebook e condividetelo. Potete seguirmi anche su Instagram.

Per chi avesse curiosità riguardo alla serie a seguire vi lascio alcuni video di Kisarazu Cat's Eye giusto per farvi un'idea.


                                                           




Allora, vi ho convinti a vederlo?
Nel caso aveste ancora qualche dubbio vi risparmio persino la fatica di andarlo a cercare.
Trovate le puntate con i sottotitoli in italiano qui e i film qui (nel secondo sito bisogna iscriversi, ma magari guardate il drama prima e poi decidete).

Al prossimo post! Direzione Takayama.

Commenti

Post popolari in questo blog

Giorno 20: Kyoto, top of the mountain - la scalata attraverso i torii rossi

I miei 3 posti preferiti a Malta

Hasedera