Il Grande Buddha del Kotokuin



Il Kotokuin, il cui nome completo è Daii-san Kotoku-in Shojosen-ji, appartiene alla setta Jodo, una setta tradizionale buddista fondata dal monaco Honen, devoto di Amitabha, il buddha della Terra Pura dell’Ovest. Si credeva difatti che Amithaba aveva promesso di liberare tutti gli esseri umani, senza discriminazioni di età, sesso e status sociale o se questi avessero vissuto le loro vite nel bene o nel male. Secondo la setta Jodo, difatti, per ricevere la protezione di Buddha, bastava intonare il nenbutsu (Namu Amida Bustu che vuol dire “mi rifugio in Amithaba Buddha) e ci si sarebbe aggiudicati un posto nella Terra Pura.
Si accede al Kotokuin attraverso il portale Niomon. Esso presenta un’iscrizione con il nome ufficiale del tempio Daii-san e due statue di Nio. Divenne parte del tempio dopo essere stato spostato da un’altra location e poi ricostruito nel 18esimo secolo.

 


Il Grande Buddha di Kamakura è una rappresentazione colossale in bronzo di Amithaba Buddha. Alto 11.3 metri e pesante 121 tonnellate, è stato designato Tesoro Nazionale dal Governo giapponese.
La sua costruzione è cominciata nel 1252 per volontà del sacerdote Joko, il quale raccolse donazioni per la sua realizzazione.  Una volta compiuta, la statua fu posta all’interno del padiglione Daibutsuden del Kotokuin, ma questo fu pesantemente danneggiato e distrutto a causa di varie calamità naturali tra il 1334 e il 1498. Da allora, essendo rimasta all’aperto, anche la statua di Buddha è stata soggetta alle intemperie.


Durante la metà del periodo Edo, i sacerdoti Yuten e Yokoku della setta Jodo iniziarono dei lavori di restauro sul Buddha e su un tempio dedicato alla pratica del nenbutsu chiamato Shojosenji Kotokuin, con i fondi fornitigli da Nojima Shinzaemon, un mercante del distretto di Asakusa.
Anche se non è certo chi abbia realizzato il Grande Buddha, esso è considerato un tipico esempio della scultura buddista del periodo Kamakura. Il suo stile è stato però chiaramente influenzato anche dalla scultura buddista della scuola Kei e da quella della Dinastia Song in Cina.
Al momento della sua costruzione il Buddha fu realizzato saldando insieme, con diverse varianti della tecnica detta ikarakuri, 40 pezzi di bronzo fusi separatamente. Fu poi coperto di foglia d’oro, tracce della quale rimane ancora oggi sulle sue guance.


Si dice che i Buddha abbiano 32 segni fisici che li distinguono dalla gente comune. Alcuni di essi sono stati rappresentati nella statua di Kamakura. Il byakugo, una protuberanza rotonda di capelli d'argento arricciati in senso orario situati tra le sopracciglia, è una di questi. Sembra esso sia il mezzo tramite il quale Buddha illumini le persone. Un altro sono gli occhi di color blu zaffiro, scolpiti in modo perpendicolare al viso, per intravedersi sotto le palpebre e trasmettere un senso di pace, e il sorriso gentile che evoca la compassione, il quale  è adornato con dei baffi sottili, reminiscenza della scultura greca. Infine il mammoso è una membrana simile a una rete che si trova tra le sue dita.
Oltre ai 32 segni principali, Buddha presenta anche altri 80 segni minori che lo contraddistinguono. Un naso alto e dritto con narici poco appariscenti e lunghi lobi delle orecchie che ricadono sulle spalle sono le caratteristiche, tra queste 80, che sono state rappresentate sul Buddha di Kamakura.


Ogni Buddha ha il suo caratteristico mudra (posizioni delle mani). Il mudra del Buddha del Kotokuin è quello di due cerchi formati con due mani: l'indice, il medio e l'anulare si toccano mentre i pollici e i mignoli non lo fanno. Il fatto che i suoi pollici non poggiano su i suoi indici, rende questo mudra un po’ inusuale. Tra i nove diversi mudra di Amitabha Buddha, questo mudra, chiamato Jobon-josho-in è considerato il più elevato.


Nel complesso si trova anche il padiglione Kangetsu-do, che si crede abbia fatto parte del Palazzo Imperiale di Hanyang (attuale Seoul) durante la metà del 15esimo secolo. Nel 1924, il proprietario dell’edificio, Kisei Sugino (presidente della Yamaichi Goshi Kaisha), lo donò al Kotokuin, facendolo spostare dalla sua casa nel quartiere di Meguro a Tokyo, fino al tempio. Il padiglione contiene una raffigurazione di Avalokiteshvara Bodhisattva, che si crede risalga al tardo periodo Edo.


Sulla parete di uno degli edifici che circondano il Buddha si trova un grande paio di warazori, donati dal Matsuzaka Children’s Club della città di Hitachi-Ota. Lunghi 1.8 metri, larghi 0.9 e pesanti 45 kg furono intrecciati e donati per la prima volta nel 1951, quando il Giappone si stava ancora riprendendo dalla devastazione della Seconda Guerra Mondiale. I bambini li realizzarono con il desiderio che il Buddha li usasse per viaggiare intorno al Paese e portare felicità alle persone. Questa tradizione è stata portata avanti fino ad oggi, e dal 1956, i bambini continuano a realizzare questi grandi sandali e, ogni tre anni, li donano al Kotokuin.

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